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Turistico 20.0 – il turismo dalle scuole al territorio –

Turistico 20.0 – il turismo dalle scuole al territorio – è il titolo del progetto che si rivolge agli Operatori Turistici di Domani e che in questa prima fase appena conclusa ha visto coinvolte 6 scuole e due Comuni tra Calabria e Veneto. Più nello specifico hanno partecipato:

Per la Calabria

Le Castella di Capo Rizzuto (KR), Zanotti Bianco di Marina di Gioiosa Ionica (RC), il sindaco Francesco Cagliuso di Caulonia (RC) e come esempio di accoglienza ricettiva sostenibile il Paese Alberga di Caulonia (RC).

Per il Veneto

Algarotti di Venezia, Martini di Castelfranco Veneto (TV), Mazzotti di Treviso e Musatti di Dolo (VE) e il Sindaco Luca Durighetto di Zero Branco (TV)

Turistico 20.0 Di cosa si tratta?

Turistico 20.0 è un progetto di turismo sostenibile che ha l’obiettivo di valorizzare il territorio e di mettere in relazione il Nord e il Sud del Paese. Intendiamo, con gli altri nostri partner Aida Marketing &Formazione e Paesi e Poesie, sviluppare il progetto sulla conoscenza e sulla promozione di ciò che già esiste sul territorio, favorire l’ottica della sostenibilità, dell’ottimizzazione delle risorse e di concentrarci su uno dei patrimoni immateriali più “tangibili” che la nostra Italia possiede: l’accoglienza. Il progetto prevede un confronto costante e costruttivo con il mondo della scuola, le istituzioni locali, associazioni e aziende del settore.

Come Progetto Re-Cycle intendiamo rafforzare la conoscenza del turismo sostenibile e inclusivo – e aggiungiamo digitalizzato – anche grazie al progetto Accessible Life del nostro Ermes Tuon

Gli Operatori turistici di Domani sono il cuore di Turistico 20.0. Dopo il webinar di presentazione è stato chiesto agli/alle studenti che hanno partecipato di compilare un questionario per capire opinioni e abitudini. Abbiamo elaborato i questionari e potete trovare i risultati QUI.

Turistico 20.0

Per l’immediato futuro possiamo già anticipare che stiamo lavorando a una pubblicazione e a un evento, ci farebbe molto piacere poter coinvolgere velocemente anche altre scuole, comuni e Regioni. Contattateci!

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Turismo, persone, formazione

Turismo, persone, formazione è l’articolo introduttivo del Q17 “Scuola, professioni e trend del turismo” da ottobre scaricabile qui

I quattro articoli concentrano l’attenzione su due aspetti (che tratterò a mia volta): la formazione/istruzione delle persone e le criticità emerse con il turismo di massa.

Chiara Ceccon, docente di un istituto turistico del Veneto, ci conduce nel mondo dell’educazione scolastica e della formazione dei docenti, evidenziando le importanti modifiche che educazione e formazione hanno subito durante e dopo il Covid.

Emanuele Persiani – guida AIGAE -ci accompagna sui Monti Sibillini e in Valnerina e nell’accompagnamento dei turisti da parte delle Guide GAE

Lucia Ammendolia ci introduce alle tendenze, criticità e punti di forza del turismo italiano emersi nel 2023

Tiziano Simonato ci racconta invece della stagione balneare appena conclusa lungo la costa di Cavallino Treporti

Turismo, persone, formazione

Personalmente, in questa mia introduzione, intendo soffermarmi su alcuni aspetti legati alla formazione e alla situazione del turista a Venezia.

La Formazione

Da più parti si parla di potenziare la formazione, di questi tempi la formazione finanziata è di importanza cruciale. Nel settore ho più di 25 anni di esperienza, qualcosa ne so, avendo ricoperto più ruoli. Cosa è stato fatto? Direi il punto più positivo è senza dubbio che parlare di formazione anche in aziende piccole, ormai non è più un tabù e credetemi non è un passo da poco. Cosa resta da fare? Moltissimo e qui vado per elenchi puntati:

  • troppi enti di formazione che avrebbero a loro volta bisogno di molta formazione essendo privi della conoscenza dei bisogni del proprio territorio. I bisogni di aziende e persone sono visti solo in base ai bandi che escono, poca analisi preventiva. Con una analisi preventiva, a cui far seguire una formazione mirata, ci saremmo risparmiati le criticità legate alla ricerca di personale, soprattutto nel settore turistico. Molti operatori del settore hanno avuto difficoltà come ci spiega anche Tiziano Simonato
  • bandi in cui impera la burocrazia. Assistiamo al paradosso in cui la digitalizzazione si è trasformata in burocrazia digitale. I progetti si sono trasformati sempre più in un percorso di guerra con documenti da produrre con firma digitale, a cui alleghiamo però un documento di identità scansionato. Meglio abbondare, sia mai. A questo si aggiunga anche il caricamento a portale. Ogni Regione ha il proprio portale – come d’altro canto ogni fondo interprofessionale – che funziona a modo suo. Perdite di tempo infinite. Tempo che si potrebbe spendere meglio visitando aziende e scuole per capire bene i bisogni e le aspettative.  Mi permetto di suggerire alle Regioni di fare una cosa del tipo “Boss in Incognito” ne vedreste delle belle, potreste imparare qualcosa. Il mio sogno sarebbe di farvi fare un progetto completo, dal contatto con le aziende, alla stesura e al caricamento a portale. Un sogno per me e un incubo per voi
Turismo, persone, formazione
  • maggiore cooperazione tra enti. Molto spesso esistono reti che si costituiscono per bandi specifici ma in effetti sono soltanto delle spartizioni di territorio. Servono 80 partecipanti? Bene 40 sono su Treviso con l’ente X e altri 40 su Padova con l’ente Y. Altro mio sogno sarebbe invece di lavorare per centri di competenze. In una azienda esiste la produzione, l’amministrazione, il commerciale. Sono tutti coordinati tra loro ma ciascuno ha una competenza specifica che accresce il valore del tutto. Allo stesso modo in una rete per la formazione si dovrebbe lavorare su progettazione, contatto con le aziende/studenti, monitoraggio ecc.ecc. Ciascuno in base al progetto contribuisce con una competenza specifica
  • last but not least, le cose talvolta – ad aziende e corsisti – vanno fatte pagare. Il “gratis” non è percepito come un valore ma come un “tanto non corro rischi e faccio quello che voglio” Dietro a quel “faccio quello che voglio” ricordo che ci sono persone che hanno lavorato e stanno lavorando per riuscire a tenere in piedi tutto. Vuol dire che non riconoscete il valore di quanto fanno, anche per voi un bel “Boss in Incognito” ci starebbe bene

 Persone o limoni da spremere? Storia di Leila a Venezia

Leila è un nome di fantasia ma rappresenta una persona reale, per meglio dire sono più persone – tutte donne – che hanno trascorso una giornata a Venezia. Iniziamo già male, poiché rappresentano la tipologia turistica che non è proprio ben vista nella città lagunare. Sono quelle del turismo “mordi e fuggi”, quelle che vanno in supermercato e preparano i panini che poi mangeranno da qualche parte e a cui si dirà “Venezia non è Disneyland”.

Peccato che queste persone si siano rapportate con la città con grande rispetto, abbiano tentato di visitare più cose possibili ma che le loro aspettative siano state disattese. Code ovunque, prezzi alle stelle e servizi inesistenti. A tutto questo aggiungiamo una grande sporcizia. Come ci dice Lucia Ammendolia (riferendosi nel suo articolo al Sud Italia) Secondo l’Istat, riguardo il consumo di acqua pro capite, si stima che un turista consumi circa il doppio dell’acqua rispetto a un residente e che produca circa il 50% di rifiuti in più”.

 Tutta colpa dei turisti? Certamente hanno le loro responsabilità  ma vogliamo parlare, e qui ritorno a Venezia, anche dell’atteggiamento “è una città unica e ci sarà sempre turismo”, salvo poi lamentarsi perché i flussi non sono gestiti. Vogliamo dire che chiunque abbia una stanza la offre in affitto? Sì, anche in nero, e questo non è certo un segreto.

Tornando al viaggio di Leila io non credo che a Venezia questa Persona abbia avuto il rispetto che avrebbe meritato. Leila è una donna colta, benestante e a causa della guerra si è trovata a doversi reinventare la vita. Meglio avere una persona come Leila, anche per un giorno solo, o preferiamo una influencer? Credo che alla base di tutto sia sempre il rispetto per gli abitanti (i pochi rimasti) e per i turisti che non sono soltanto limoni da spremere. Come ci dice ancora Lucia Ammendolia è necessario puntare su “un’offerta globale a base territoriale.  Anche gli eventi, se non ben armonizzati e integrati in un piano di sviluppo e promozione, non avranno la giusta collocazione e incisività all’interno di un piano per un futuro sviluppo.”

Venezia e il Veneto – estendo in ogni caso il ragionamento a tutta Italia – non hanno un piano di sviluppo e promozione integrato. In ottica di integrazione – per inciso l’ottica è del Destination Manager – ho portato avanti un progetto, “Storie d’Acqua”, che utilizzava Venezia come driver per valorizzare luoghi limitrofi legati da percorsi fluviali.

Piani di sviluppo

Venezia e il Veneto – estendo in ogni caso il ragionamento a tutta Italia – non hanno un piano di sviluppo e promozione integrato. In ottica di integrazione – per inciso l’ottica è del Destination Manager – ho portato avanti un progetto, “Storie d’Acqua”, che utilizzava Venezia come driver per valorizzare luoghi limitrofi legati da percorsi fluviali.

Era durante il Covid con tutta la fatica del caso, però è stato fatto. Ma a livello macro- decisionale cosa è stato fatto? Poco, purtroppo. Fiumi di parole, prima fra tutta la sostenibilità che si sta trasformando in una grande patacca senza senso. Tra l’altro la sostenibilità è vista solo dal punto di vista più di impatto, quello dell’ambiente. Ci si dimentica della parte sociale (persone) e per la parte economica si vede solo il profitto a ogni costo. Stiamo perdendo tempo, con la mia attività mi propongono bandi che sono delle “ciofeche”. Ma sì, facciamo un altro portale! Anzi una app. Entrambe le cose, perché no? Nel frattempo, testate internazionali iniziano a consigliare di non venire a Venezia e nelle altre città d’arte. Che (#Opento) meraviglia

E Leila che fine ha fatto? In tutto questo lei si porterà a casa altri paesaggi lontani dalla folla, paesaggi montani come il Cansiglio o aree più tranquille in provincia, come quelle delle Storie d’Acqua. Di Venezia purtroppo non resterà un buon ricordo.

Turismo, persone, formazione

Mi fermo qui, credo sia chiaro che questo Quaderno sia piuttosto articolato. Leggetelo con calma.

Il Q17 e ” Turismo, persone, formazione” saranno disponibili da ottobre. Per gli altri numeri già disponibili dei Quaderni editi da il prato cliccare qui

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Paesaggio umano usato/partecipato

Paesaggio umano usato/partecipato di Antonella Grana è il quinto articolo del nuovo Quaderno Q16 “Paesaggi umani, paesaggi urbani” da luglio scaricabile qui

Questo Quaderno inizia per me con un tuffo nel recente passato, un passato che chiamerei pre-Covid da una parte e post-sisma dall’altra. Dieci dicembre 2016, furgone carico di tutto quanto siamo riusciti a raccogliere con le donazioni, ore 5 del mattino, direzione Norcia. C’è un gran bel ghiaccio a quell’ora del mattino (notte?).  La strada è lunga e con deviazioni perché il sisma che ha colpito il centro Italia, ad agosto prima e a ottobre poi, non ha risparmiato la viabilità. Ad attenderci ci sarà Emanuele Persiani, l’autore del primo pezzo di questo Quaderno.

Il terremoto ha cambiato per sempre il paesaggio dell’area, ce lo spiega bene Emanuele nel suo articolo. Corsi d’acqua, come il Torbidone, che hanno fatto nascere una sorta di laghetto, gli insediamenti umani che si sono allargati creando dei dormitori dove sono state costruite le SAE – Soluzioni Abitative di Emergenza.

Paesaggio umano usato/partecipato

Sono stata a Norcia e nei paesi limitrofi umbri e marchigiani, l’ultima volta nell’estate del 2019. Poi, da febbraio 2020 la pandemia e non ci sono più tornata. Mi riprometto di farlo presto. Quando ho letto il testo di Emanuele ho subito (ri)visto la situazione che si stava già palesando: confusione nella ricostruzione – ma questo ci può anche un po’ stare, l’area è immensa- ma soprattutto decisioni non condivise con la popolazione.

Ho ancora negli occhi il centro commerciale costruito per le attività che avevano necessità di delocalizzare, l’ho visto sempre desolatamente vuoto. Si è voluto importare un modello che non è nelle corde della zona. Per me che abito in Veneto, una struttura di quel tipo era una situazione ovvia. Esco di casa e ho 4 o 5 centri commerciali nel raggio di 5 chilometri. Non è la stessa cosa per chi abita a Norcia e che è abituato al negozietto di prossimità.

Emanuele nel suo racconto condensa questi anni, tutt’altro che semplici, del post sisma.

Paesaggio umano usato/partecipato

C’è un limite allo sfruttamento del territorio? E se il corpo territoriale fosse paragonato a un corpo biologico?

“Esiste ormai una quantità di letteratura e di studi, nonché di modelli urbani, che incontrovertibilmente hanno posto al centro della loro riflessione, per la risoluzione dei problemi, la questione del limite.

Le realtà urbane più vivibili – e guarda caso più ricche – sono quelle che hanno accettato tale sfida e fanno, del “darsi un limite”, l’occasione per il loro rilancio e successo” ci dice Roberto Ervas nel suo articolo. E aggiunge “…si scopre che le città che hanno risolto meglio il problema del traffico privato sono quelle che hanno smesso di “assecondarlo”, promuovendo il trasporto pubblico e la viabilità ciclopedonale e supportando quello commerciale attraverso specifici percorsi, tecnologie dedicate e organizzazioni logistiche innovative.”

Nel suo pezzo Emanuele Persiani ci dice “…sono aumentati gli spostamenti, quando prima del sisma ci si muoveva di più a piedi perché era tutto più vicino.” Stiamo forse ricostruendo ma nel modo sbagliato? Sembrerebbe di sì… Forse mancano i fondi, ma… fermi tutti! Ecco a noi il PNRR che tutto risolve, ce ne parla in un altro articolo Alessandro Boldo. Quale è l’importanza del territorio/ambiente nella strategia di sviluppo del PNRR? Come termine risuona molte volte, nella pratica il riscontro è proprio basso: territorio e ambiente sono sudditi dell’economia.

A prescindere dalle argomentazioni e dalle coalizioni discorsive sovraordinate, la transizione del PNRR è una transizione de-territorializzata. Il territorio è di fatto la verifica delle premesse discorsive dell’EGD e degli obiettivi di transizione del PNRR, ma la spazialità e le specificità territoriali del programma paiono assorbite dagli stimoli del mercato, da opere o acquisizioni di procedure legate a processi di innovazione tecnologica, energetica, digitalizzazione e deroga normativa, frettolosamente qualificative come semplificazione burocratica e riforme di governance”

Una transizione de-territorializzata. Se pensiamo alla ricostruzione, di nuovo, non ci siamo. Dove sono finiti territorio e persone?

Di paesaggio e persone ce ne parla Lucia Ammendolia nel suo pezzo dedicato interamente al Veneto “sulle orme del Leone Marciano”. Lucia ci accompagna lungo i paesaggi veneti, bellissimi ma a volte contraddittori, dove una forte cementificazione fa da contrasto a luoghi naturali che sono stati – e sono – fonte di ispirazione per poeti, pittori e scrittori.  Ma cos’è il paesaggio? Una delle definizioni dice: “…quindi spazi di territori in continua costruzione e conseguente interazione tra uomo e natura. Tutto questo, mette in luce la naturale correlazione tra il territorio e la parte antropica. All’interno del paesaggio, l’uomo non è un semplice osservatore ma, citando Jacob, è un “soggetto attivo abitante

L’essere umano è un “soggetto attivo abitante”, le politiche territoriali sembra che se ne dimentichino spesso. Il Veneto è una delle aree a più alta cementificazione, dove anche l’agricoltura con le monocolture intensive sta contribuendo a cambiare il paesaggio.

Paesaggio umano usato/partecipato

“L’anima veneta” è paesaggio, soprattutto negli occhi e nei racconti di chi questa terra l’ha fortemente amata e abitata. Molte sono le testimonianze di questo sentimento, in particolare da chi ne ha vissuto la trasformazione da paesaggio agricolo a industrializzato, cogliendone la bellezza di prima e le contraddizioni del dopo. Come Mario Rigoni Stern, nato ad Asiago, nell’omonimo altopiano. Egli ambienta i suoi romanzi principalmente nelle montagne del Veneto, illustrando con grande cura il territorio e anche il rapporto tra l’uomo e la natura stessa. In alcuni suoi libri utilizza anche una antica lingua: il cimbro, lingua antica dell’altopiano, in via d’estinzione, che lui cercò di valorizzare. Il rispetto per la sua terra era davvero profondo e sentito.

Credo sia ormai chiaro il perché del titolo della mia introduzione “Paesaggio umano usato/partecipato”

Ho utilizzato svariate volte l’esempio delle zone del sisma. Io avevo sempre visto la ricostruzione come un grande laboratorio condiviso, dove con una buona pianificazione si poteva rendere il paesaggio – ferito- anche più bello di prima. Nella disgrazia c’era – spero ci sia ancora – la possibilità di ripartire da zero e di ripartire nel modo giusto. È più semplice quando tutto deve esser ricostruito lavorare su una progettualità nuova, molto più semplice rispetto a interventi su aree già popolate e sfruttate. In questo momento purtroppo anche in quelle aree/laboratorio c’è solo un paesaggio umano usato, molto verosimilmente per logiche di mercato.

Il paesaggio umano partecipato è quello che manca. Un paesaggio umano partecipato è una comunità attiva e vivace che fa proposte anche quando non le si chiede nulla. Ecco, questo è quello che spero, per Norcia e non solo, anche per tutti noi: un paesaggio umano partecipato. Sta anche a noi fare una mossa.

Buona lettura. E… proponete il vostro paesaggio

Per scaricare ” Paesaggio umano usato/partecipato” e i Quaderni editi da il prato cliccare qui

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Binario morto

Binario morto è l’articolo introduttivo al Quaderno 15 “Turismo tra rivincita e rigenerazione” in uscita a maggio e che potrete trovare qui

Binario morto

Binario morto… No, non preoccupatevi anche se il titolo suona un po’ lugubre in questo Quaderno andremo a raccontare di binari che ritornano a vivere.

Per questa pubblicazione ci trasferiamo in Francia dove saremo “ospitati” alla Recyclerie un posto che ho avuto il piacere di conoscere personalmente e che ha qualcosa in comune con Progetto Re-Cycle. Se guardate bene già il logo somiglia moltissimo al nostro.

La Recyclerie rappresenta il primo binario di questo racconto. Quando l’ho visitata a marzo 2022 ero stata favorevolmente colpita dal fatto che questa struttura si era sviluppata lungo un binario e una stazione dismessa. La Recyclerie, come ci racconta Fabrizia Greta Silvestri è sorta, all’inizio come azienda agricola, lungo la vecchia cinta ferroviaria di Parigi nel diciottesimo Arrondissement. Già parlare di un’azienda agricola a Parigi per me è un sogno. 

Binario morto

Al netto di tutte le differenze, la presenza dei binari mi ha fatto pensare subito alla (nostra) Treviso – Ostiglia, una ciclo-pedonale che è stata recuperata lungo una ex ferrovia militare e valorizzata di recente.  Le opere non sono del tutto completate (a marzo 2023 la ciclabile è percorribile da Treviso a Montegalda (VI) per circa 56 km) ma posso personalmente affermare che la Treviso – Ostiglia è diventata un punto di incontro e, durante il Covid, un attimo di serenità e di evasione.

La Recyclerie è invece una struttura di ristorazione/accoglienza, ha iniziato come azienda agricola ed è partita dal concetto di “fare comunità”. Per riagganciarci al turismo sostenibile – goal 8.9 dell’Agenda ONU 2030 – non si può prescindere dal concetto della comunità ospitante per uno sviluppo turistico armonico. È per questo che la Recyclerie mi ha colpito tantissimo: per il coinvolgimento dei clienti, degli abitanti del quartiere di Clignancourt e, in ultima analisi, dei turisti come me che vivono un’esperienza diversa.

Binario morto

Il turismo esperienziale può essere considerato il trait-d’union tra il binario morto di Parigi e il binario morto della Treviso – Ostiglia. Per turismo esperienziale intendiamo un turismo che prevede molteplici attività durante una vacanza, attività che permettono al turista di connettersi a livello umano, emotivo e spirituale al luogo che lo ospita. Stiamo parlando di nicchie di mercato ma cosa è meglio: tante nicchie messe assieme o un turismo “affollato”?

Revenge tourism

Di questo tipo di turismo “affollato” ce ne parla Fabio Casilli con il suo articolo sul Revenge Tourism.

Turismo di rivincita, anche se mi viene meglio chiamarlo di vendetta. Un aspetto del turismo che si è evidenziato dopo il Covid, questa voglia spasmodica di partire i cui risultati sono città sovraffollate con, di conseguenza, un’offerta turistica che rischia di diventare caotica e di bassa qualità. Un’offerta che ha dovuto fare i conti, sia in Francia che in Italia, con la mancanza di personale legata al forzato cambio di lavoro causato dal Covid. Mancanza dello staff senior (in Francia il mercato immobiliare legato alle Olimpiadi del 2024 ha assorbito parte del personale del settore turistico) e mancanza di competenze sul campo dello staff junior.

Di nuovo si pone la domanda “dove sta andando il turismo?”

Per Fabio Casilli la rivincita ha fatto da leva a una revisione generale del turismo, sia da parte degli operatori che dei clienti. I bisogni dei clienti sono cambiati, c’è un orientamento maggiore verso la sostenibilità, il cambiamento dei bisogni ha forzato il cambiamento degli operatori.

Spero davvero che la cosa sia duratura e che non ci stiamo avviando invece verso il binario morto di un turismo vecchio stile con un po’ di green washing. Non ci vorrà molto tempo per scoprirlo.

Destination management

Quando parlo di turismo preferisco farlo con il Destination Management che prevede la gestione di un territorio e la sua valorizzazione con il supporto di operatori che conoscono bene il luogo in cui operano. Importantissimo il ruolo delle OGD – Organizzazioni di Gestione della Destinazione- che dovrebbero dare un impulso effettivo al territorio di appartenenza.  Al momento invece, almeno per quanto riguarda il Veneto, non riesco a vedere nessuna gestione efficace. Tante idee e ben confuse. Una promozione che prevede anche influencer – divertenti – che parlano in veneto e che sono capiti dai veneti ma non da altri. Mi sfugge il nesso su come si spingano le persone da fuori a venire in Veneto, evitando possibilmente di accalcarsi a Venezia. Di sicuro è un mio limite di comprensione

Le attività e i luoghi “oltre Venezia” potrebbero essere davvero tanti e vari. Eccoci, dunque, a far rientrare in campo le proposte di turismo esperienziale, termine che, confesso, detesto cordialmente da quanto è utilizzato a vanvera. Sta di fatto che è necessario proporre qualcosa che resti nella memoria.

Per tornare al nostro binario iniziale potremmo dire che la Recyclerie e l’Ostiglia sono racconti di ferrovie, per me la ferrovia, sopra ogni cosa, racconta il “senso del viaggio”

Binario morto

Racconti su rotaie

Non mi possono non tornare alla mente i viaggi estivi di ritorno – con mia mamma che all’epoca era ancora “foresta” (=non veneta) – al Sud. 

Il Trieste- Lecce era sovraffollato, quando andava bene mio papà riusciva a prenotare dei posti. Se andava male…pazienza. La parte migliore doveva ancora arrivare, quando da Foggia prendevamo la littorina con i sedili in legno. Il ritorno a Venezia/Mestre era, se possibile, ancora più memorabile: il delirio più totale con “i pacchi da giù” da portare su.  Viaggi scomodi, tanto, e treni sporchi. Ma la ferrovia racconta e fa ricordare storie e fa anche comunità. Avete presente in “Benvenuti al Sud” la scena dell’ingorgo sulla Salerno – Reggio Calabria? Ecco, in tante ore di treno era più o meno così, ma questo era esattamente il “senso del viaggio”, lunghissimo, scomodissimo e condiviso con estranei con i quali ci scambiavamo i panini.

Cosa significa questo? Semplice, un’esperienza deve essere vera. Da qui la mia critica al turismo esperienziale: troppe “esperienze wow” sono fasulle e sono dannose per gli operatori seri.

L’ultimo binario

L’ultimo binario morto di questo Quaderno è la foto di copertina di questa introduzione. Si tratta dell’orologio della Vecchia Stazione che ospita il museo dell’impressionismo, il Museé d’Orsay.  Le opere sono fantastiche ma altrettanto fantastico è il lavoro di ristrutturazione e di valorizzazione del museo stesso.  Una prova in più del fatto che da un binario morto può esserci nuova vita.

Bon voyage

Questo Quaderno è dedicato alla V N del 1983 dell’Istituto Tecnico Turistico F. Algarotti di Venezia. I viaggi in treno delle gite e per alcuni, me compresa, in treno anche fino a Londra!

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Turista o viaggiatore? Identità o anima?

“Turista o viaggiatore? Identità o anima?” Introduzione al Q14 “Dal turismo di massa al turista consapevole”

C’è una frase di un libro che io amo molto, “Il tè nel deserto” (The Sheltering Sky di Paul Bowles) che dice:

“- Siamo forse i primi turisti che vengono qui dopo la guerra

 – Zitto, Tunner! Noi non siamo turisti, siamo viaggiatori

 – Oh! Che differenza c’è?  

– Il turista è uno che appena arriva pensa di tornare a casa, Tunner. Mentre il viaggiatore può non tornare affatto…”

Il romanzo non è certamente un romanzo sul turismo ma la domanda che sorge è: noi, cosa vogliamo essere, turisti o viaggiatori?

Una risposta a questa domanda ce la fornisce l’articolo di Lucia Ammendolia. L’ospitalità diffusa, il profumo dei paesini del Sud, l’accoglienza dei cittadini di questi paesini, il turista-viaggiatore che diventa “… viaggiatore attivo, propositivo, che si interroga su quello che ascolta, che assaggia, su cosa lo emoziona.” Il passaggio da viaggiatore attivo, che si sente accolto, che vuole capire, che “vive” i luoghi, a cittadino temporaneo è breve. Magari da temporaneo poi diverrà permanente, chi lo sa. Magari per mezzo di un turismo consapevole si potranno ripopolare dei luoghi ormai dimenticati o semi- abbandonati. Lo scopriremo nel prossimo futuro.

Passiamo ora a una nuova domanda: c’è la possibilità di pensare a un modo diverso di fare turismo rispetto al turismo di massa?

A questo risponderanno gli articoli di Ermes Tuon e Chiara Pegge. L’articolo di Ermes Tuon tratta del supporto che le mappe digitali possono dare a un turismo più inclusivo, della difficoltà di comunicare tale tipo di turismo e della percezione distorta della disabilità mentre Chiara Pegge si concentra sul turismo culturale, soprattutto musicale, e come questo turismo possa essere un driver per lo sviluppo di piccoli comuni organizzati in rete

E ora manco io…  io cosa voglio?

La mia parte business capisce perfettamente le esigenze degli operatori (a vario titolo) del settore ma so anche che molto modelli di business sono superati dagli eventi, molti dei quali legati al cambiamento climatico. Un marketing plan si costruisce intorno ai target individuati, target diversi hanno bisogni diversi. Risulta evidente che a bisogni diversi corrisponde un’offerta diversa e che c’è chi apprezza, a esempio, la calca di persone e chi no.

A mio parere il punto fondamentale diventa un altro: quanto sostenibile può essere l’industria turistica? Che ruolo possono avere gli operatori?

Ora come ora ci sono luoghi insostenibili e qui non posso non citare la città che più di altre mi “appartiene”, dove ho studiato e lavorato e dove torno, Venezia.

L’educazione

Dopo la pandemia sembra un assalto alla diligenza, è tremendo da vedere. Si possono bloccare i turisti? No, anche se francamente trovo scellerata la proposta dei tornelli. Si possono far entrare tutti? Direi di no. E allora? Credo si tratti di educare il turista – e, non me ne vogliano ma anche molti cittadini, che affittano (magari in nero) tutto l’affittabile – di far scoprire anche altro da Venezia (come ho anche fatto con il progetto Storie d’Acqua), la provincia, la terraferma. Si potrebbe creare nuova occupazione anche in altre aree. La sostenibilità oltre che ambientale è anche economica e sociale, bisogna arrivare ad averne CONSAPEVOLEZZA e non utilizzare il vocabolo sostenibilità come parola alla moda per mantenere lo status quo.  Si possono rivedere molte cose, per Venezia e per ogni luogo, calibrando e armonizzando i tre aspetti  della sostenibilità e rendere i luoghi adatti alle PERSONE, non turisti, non cittadini ma PERSONE.

turista o viaggiatore

Che ne pensate di valorizzare l’ANIMA – non l’identità perché personalmente la considero divisiva- dei luoghi? Ne avevamo parlato anche in un altro Quaderno (il Q11) “Parlare di identità può creare divisione- pensate a nazioni, regioni, città diverse ognuna con una propria identità/storie, un senso di appartenenza più al luogo che ai valori che esso rappresenta- l’anima no, è un livello più intimo ed emozionale, valoriale, non può far dividere le persone ma solo unirle.

Iniziamo a cambiare, ce la possiamo ancora fare

Turista o viaggiatore? Identità o anima? è L’introduzione al Quaderno 14 Dal turismo di massa al turista consapevole. Per scaricare i Quaderni editi da il prato cliccare qui

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Il Tè delle 5 in villa

Il Tè delle 5 in villa a Zero Branco! Ci vedremo finalmente di persona nella splendida cornice di Villa Guidini e del suo parco a Zero Branco in provincia di Treviso

Il Tè delle 5 in villa

L’evento avrà molte sfaccettature, coinvolgerà molteplici protagonisti ed è inserito all’interno del Festival ASviS 2022.

Il tema centrale è legato al turismo sostenibile e al (ri)lancio del territorio anche in ottica turistica, ci sarà una mostra dedicata alla violenza sulle donne e attività di coinvolgimento della cittadinanza.

Il programma si articola in quattro sezioni

Rilanciare il territorio con il turismo sostenibile e inclusivo. Convegno – il 07/10 dalle 14.00 alle 16.30

Luca Durighetto – sindaco Zero Branco – Piste ciclabili, l’acqua, il turismo sostenibile per il rilancio del turismo oltre Venezia

Andrea Tomasoni – Presidente Re-Moove – La disabilità e il turismo inclusivo e sostenibile

Ermes Tuon – Progetto Re- Cycle APS– Mappature, GPS e Google Maps per il turismo sostenibile

Lucia Ammendolia – Consulente turistica – “Visitare e abitare, dal turista al cittadino temporaneo”

Mario Burrascano – AD Uomo e Ambiente – Carbon footprint e water footprint nel turismo

Chiara Pegge – Presidente ScriptaXmanent – Il progetto Alpen Sinfonietta, la musica per le api

Modera Antonella Grana – Presidente Progetto Re-Cycle APS

2. “Dalle donne per le donne” e “Rinascita” mostra fotografica di Raffaella Bordini

In chiusura del convegno presentazione della fotografa Raffaella Bordini e introduzione alle mostre “Dalle donne per le donne”. e “Rinsacita” Le sequenze di scatti presentate da Raffaella Bordini raccontano il percorso di rinascita di una giovane donna vittima di violenza psicologica e del parallelismo tra donna e natura

Inaugurazione dalle 17.30. La mostra sarà visitabile fino al 9 ottobre con orario 10.30/12.30 e 14.30/20.00

3. Mattina del 07/10 giro dimostrativo con le biciclette inclusive di Re-Moove e attività di mappatura con Progetto Re-Cycle

4. Proviamoci insieme – attività dimostrative nel parco di Villa Guidini

Il Tè delle 5 in villa

Pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00 c/o Villa Guidini: possibilità di provare le biciclette con Re-Moove

Sempre dalle 15.00 alle 18.00 c/o Villa Guidini con Progetto Re-Cycle: come mappare e    fotografare con fotocamera 360°

Per scaricare il programma del Tè delle 5 in villa in pdf cliccare qui

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Il Tè delle 5 sui Monti Sibillini – Festival ASviS 2022

Il Tè delle 5… sui Monti Sibillini – Festival ASviS 2022

Il Tè delle 5 sui Monti Sibillini – Festival ASviS 2022, un workshop sul turismo sostenibile

Il nostro Tè si sposta finalmente in presenza a Bolognola, piccolo borgo in provincia di Macerata. Come sapete, o magari lo scoprite ora, abbiamo più attività progettuali aperte nel Comune. Questo workshop, inserito nel Festival ASviS 2022, si coordina con le attività di un altro nostro progetto: Alta Formazione 1070.

Teniamo molto allo sviluppo di un turismo veramente sostenibile, e se possibile inclusivo, soprattutto per le aree montane. Da questo nascono i nostri progetti.

Bolognola ha una storia molto particolare. Ci siamo conosciuti all’epoca del sisma in Centro Italia (2016). Da allora questo piccolo comune ha dovuto – e saputo – affrontare problemi enormi legati alla ricostruzione, a emergenze neve e, da ultimo, il Covid. Eppure, seppur piccolissimi (180 abitanti) sono ancora lì più forti che mai, con progetti sempre più ambiziosi.

Il progetto che raccoglie tutti gli aspetti è legato alla costruzione dell’identità “1070”, il numero che rappresenta l’altezza di Bolognola sul livello del mare.

Il Tè delle 5… sui Monti Sibillini – Festival ASviS 2022

Il workshop

In questo workshop esploreremo le tematiche del turismo sostenibile legate allo sviluppo di progetti complessi. Prevediamo anche un momento di lavoro condiviso per ragionare insieme su quanto esposto.

Come si lavora sull’identità di un territorio? Come valutare l’impatto del turismo su un territorio? Come gestire un progetto complesso che prevede la partecipazione di più organizzazioni e stakeholder? L’ospitalità diffusa può far da volano per lo sviluppo territoriale?

Dove: Bolognola (MC)- Sala Convegni Filippo Marchetti

Quando: 14 ottobre dalle 14.30 alle 18.00

Programma

Cristina Gentili – sindaca Bolognola – 1070 costruire l’identità del luogo

Lucia Ammendolia – consulente turistica – Ospitalità diffusa e paese albergo

Mario Burrascano – AD Uomo&Ambiente – La Valutazione di Impatto Ambientale nello sviluppo di progetti sostenibili

Antonella Grana – Presidente Progetto Re-Cycle APS – Un modello da utilizzare per lo sviluppo di progetti complessi

Lavoriamoci un po’ insieme – Esercitazione pratica – Sviluppo guidato di un progetto

Per scaricare il programma ” Il Tè delle 5 sui Monti Sibillini – Festival ASviS 2022″ cliccate qui

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I Tè delle 5: turismo e sostenibilità

Avevamo già trattato dell’argomento nel corso del Festival ASviS del 2020. In questa nuova edizione del Tè delle 5 torneremo a parlare di turismo e sostenibilità, dando voce soprattutto agli amministratori locali e a esperti del settore.

Spazieremo dall’ospitalità diffusa fino ad arrivare alla “croce e delizia” del rilancio dei territori dopo il Covid.

Cosa possono fare gli amministratori pubblici? Ci sono possibilità turistiche per i Comuni più piccoli e poco conosciuti della provincia Italiana? Il PNRR serve, o non serve per nulla? E’ difficile da gestire per chi ha poche risorse umane nel proprio organico? Quanto può essere importante l’ospitalità diffusa e il Paese Albergo proprio per i Comuni più piccoli?

I Tè delle 5: turismo e sostenibilità

A tutto questo risponderemo a partire dal 24 maggio per 6 puntate. Saremo, come sempre,  online sul canale YouTube (iscrivetevi per avere le notifiche) e sulla pagina FB (seguiteci).

Questo il programma dei nuovi “Tè delle 5:turismo e sostenibilità”

24/05/2022 (ore 17.30) Piergiorgio Dal Ben – Assessore al turismo Comune di Monastier (TV) –

Riscoprire il territorio del Comune del Gioco

27/05/2022 (ore 17.30) Chiara Pegge – Presidente ScriptaXmanent (PD)-

La musica per le api e il valore del territorio alpino

31/05/2022 (ore 17.30) Lucia Ammendolia – Consulente Turistico –

Turismo a misura di luogo

06/06/2022 (ore 17.30) Carlo Frascà – Responsabile progetto Paese Alberga di Caulonia (RC) – e Rosario Zurzolo – Titolare Cooperativa Jungi Mundi di Camini (RC)-

Cultura e territorio e Inclusione e sviluppo

13/06/2022 (ore 17.30)  Luca Durighetto – Sindaco Zero Branco (TV) –

Prospettive turistiche e progetti aggregativi

16/06/2022 (ore 17.30) Cristina Gentili – Sindaca di Bolognola (MC) –

Ricerca, formazione, digitale e cultura per il territorio montano

I Tè delle 5: turismo e sostenibilità

Come sempre a coordinare le attività e dialogare con i nostri ospiti ci sarà Antonella Grana, presidente Progetto Re-Cycle

Desiderate proporre degli argomenti? Scriveteci! info@progettorecycle.org

Nel frattempo venite a trovarci alle 17.30 al nostro canale YouTube e alla nostra pagina FB

PS Piccola anticipazione… Stiamo programmando un Tè in presenza!

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Consapevolezza e sostenibilità

L’accresciuta consapevolezza sulle tematiche della sostenibilità è un dato di fatto del 2021. Resta ancora moltissimo da fare – è sufficiente considerare come si è conclusa Cop26 – ma almeno i tre pilastri sono diventati di dominio pubblico: è quanto meno opportuno ricordare, infatti, che la sostenibilità non è solo ambientale ma anche sociale ed economica.

Nel 2021 ci siamo mossi su più fronti, abbiamo toccato tutti e tre gli aspetti e i numeri che abbiamo raggiunto ci confortano molto sulla sensibilità raggiunta dalle persone sul tema della sostenibilità.

Consapevolezza e sostenibilità

E ora… diamo i numeri… in senso buono!

I risultati delle ultime attività on line e in presenza che abbiamo inserito nel Festival dello Sviluppo Sostenibile ci fanno capire che, benché come associazione abbiamo ancora molto da fare, la strada è quella giusta.  Questi numeri, che si riferiscono al mese di ottobre 2021, sono per noi un nuovo punto di partenza.

Persone raggiunte online sui vari canali: 20.493

Interazioni: 1225

Visualizzazioni dei video – YouTube e FB – 3300

Persone che hanno partecipato in presenza: circa 80

I video principali:

#raccogliescatta relativo a:

Goal 11 Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

Goal 12 Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

#disentieroinsentiero #accessiblelife relativo a:

Goal 8- Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti (8.9 turismo sostenibile)

Goal 10 Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni

Goal 11 Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

#fotografiasociale relativo a:

Goal 5 Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze

Ultimo ma non meno importante: Geo for Good 2021

Il nostro Ermes Tuon era tra il relatori e #disentieroinsentiero #accessiblelife è stato inserito tra i migliori progetti del 2021! Ecco i tre video principali

Chi vuole unirisi a noi per lavorare per una maggiore consapevolezza della sostenibilità? Per associarsi cliccare qui

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Accessibilità e digitale si incontrano

Accessibilità e digitale si incontrano al Tè delle Cinque – Etica e Aritmetica – in una puntata speciale in streaming il 20 maggio.

Quale supporto può dare il digitale per rendere il mondo (digitale e non) più accessibile per i disabili?

Antonella Grana ne parlerà con il nostro Ermes Tuon che ci racconterà del progetto  #Accessiblelife #disentieroinsentiero, la mappa digitale dei luoghi all’aperto accessibili di tutto il mondo.

Accessibilità e digitale

Parteciperà inoltre Andrea Tomasoni, che ci illustrerà le attività della start-up Re-Moove, dedicata alla mobilità e al turismo inclusivo. Venite a scoprire i luoghi già inseriti nella mappa per poterli visitare sia nel virtuale che nel reale.

Accessibilità e digitale

Vi aspettiamo il 20 maggio alle 17.00 pagina FB e canale YouTube di Progetto Re-Cycle per la puntata che sarà inserita nel GAAD -global accessibility awareness day –

Celebrate con noi il decimo Global Accessibility Awareness Day (GAAD), quando accessibilità e digitale si incontrano.

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