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Le guide ambientali escursioniste

Le guide ambientali escursioniste è il secondo articolo del Q17 “Scuola, professioni e trend del turismo” da ottobre scaricabile qui

Le attività delle guide ambientali escursioniste nei Monti Sibillini e in Valnerina

La natura va amata, compresa e soprattutto rispettata e proprio per queste motivazioni, unite alla volontà di far parlare del mio territorio, dal 2019 ho iniziato il percorso per diventare una guida ambientale escursionista. Prima di parlarvi delle mie attività però vorrei spiegarvi cosa è, e cosa fa una GAE.

Le guide ambientali escursioniste (GAE) sono professionisti che si occupano di guidare le persone in escursione e in varie attività all’aria aperta. Non fanno però solo questo. 

Il compito di una GAE può essere molto vario e si differenzia da guida a guida, da territorio a territorio. Oltre ad essere una guida in un sentiero possono fornire al contempo informazioni naturalistiche, storiche e culturali.

Le guide ambientali escursioniste

Le attività delle Guide

Le attività delle guide ambientali escursioniste, anche in Valnerina e nei Monti Sibillini, sono molto varie e dipendono dalle esigenze e dalle richieste dei visitatori. Di sicuro, tra le attività principali, ci sono le escursioni a piedi, che possono prevedere diversi livelli di difficoltà e durata: dalle semplici passeggiate per famiglie e principianti, alle escursioni di più giorni per escursionisti esperti.

Durante le escursioni, le guide ambientali escursioniste forniscono agli escursionisti informazioni sulla flora, la fauna, la geologia e la storia della zona, rendendo così l’escursione una vera e propria esperienza educativa. Spiegano anche l’importanza della conservazione dell’ambiente e delle buone pratiche di escursionismo sostenibile.

Oltre alle escursioni a piedi, le guide ambientali escursioniste possono organizzare altre attività come, a titolo di esempio, attività educative (anche per i bambini), il birdwatching, la divulgazione delle regole e delle attività proprie di una zona, attività a tutela di flora e fauna selvatica, il trekking con le ciaspole (molto apprezzate le attività sulla neve anche dai bambini), il nordic walking e molto altro ancora. Queste attività permettono ai visitatori di scoprire la natura e il paesaggio in modo diverso e avvincente, trasformando allo stesso tempo una passeggiata in natura in un’esperienza turistica di qualità.

Le guide ambientali escursioniste possono essere anche collegate alle associazioni, ai parchi naturali, alle riserve, ai centri visita, alle aziende turistiche specializzate e ad altre strutture che promuovono il turismo nella zona. Molte guide ambientali escursioniste sono anche liberi professionisti che possono proporre e organizzare escursioni su misura per gruppi o privati.

Le Guide e il turismo

In generale, le attività delle guide ambientali escursioniste contribuiscono a far conoscere e valorizzare le bellezze naturalistiche e culturali dei propri territori. Nello specifico tra i Monti Sibillini e la Valnerina queste guide promuovono l’omonimo Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Regionale del fiume Nera, le svariate aree protette e i siti Natura 2000, promuovendo un turismo di qualità e sostenibile con la conservazione dell’ambiente. Un altro compito che spetta alle “guide” è quello di responsabilizzare il turista, anche nei confronti della sua stessa sicurezza, per contribuire allo sviluppo di un turismo eco-friendly, sostenibile e soprattutto responsabile.

Le guide ambientali escursioniste

Sempre più spesso, grazie ai social network che condividono informazioni anche senza andarle a cercare, e grazie agli strumenti tecnologici (APP e dispositivi GPS) si può “andare” in montagna con uno spirito di avventura senza conoscere quasi nulla, purtroppo avendo un bassissimo livello di sicurezza. Un esempio tra le centinaia (perché si parla davvero di molti casi) è il soccorso di un ragazzo di appena 30 anni che a fine luglio, nonostante il sentiero principale sia realizzato anche da bambini, ha dovuto chiamare il soccorso tramite elicottero perché partendo senza avere la giusta conoscenza del sentiero e della montagna è rimasto bloccato tra le rocce.

Eco-friendly

Non conoscendo le regole del buonsenso alcuni lasciano rifiuti a terra pensando che essendo “materiale organico” non sia un problema (esempio bucce di frutti), nella peggiore delle ipotesi un turista “poco amante della natura” lascia anche rifiuti differenti. Personalmente, mi è capitato di vedere sacchetti di raccolta di escrementi di animali abbandonati a terra con dentro i rifiuti.

Sicurezza

Sono decine gli escursionisti che cercano di andare in montagna (e parliamo comunque di montagne che arrivano a quasi 2500 m slm) con scarpe inadatte, sneakers o addirittura ciabatte e, nonostante gli avvertimenti, spesso continuano imperterriti la loro avventura in solitaria. Alcuni vogliono andare in alta quota anche con bambini piccoli, altri cercano di arrivare in una zona inesplorata nonostante la propria inesperienza.

Per esempio, per arrivare da Foce alla cima del Monte Vettore occorre praticare un dislivello di circa 1500m con un itinerario da circa 12km, con dei tratti abbastanza rischiosi. Spesso gli utenti meno esperti pensano che sia superfluo portare acqua o viveri. Altri escursionisti cercano ristoranti in quota dove a volte ci sono solo dei ripari di emergenza.

L’errore più eclatante è quando si cerca di imitare qualcuno che, pubblicando una foto nei social network, mette in evidenza quanto sia bello un ambiente e quanto è stato “facile per lui” raggiungerlo.

Sostenibilità

Un turismo non sostenibile è anche quello che può danneggiare irrimediabilmente un ambiente, portando in zone tutelate materiali inquinanti, lasciando rifiuti, danneggiando (anche inavvertitamente) i sentieri, infastidendo la fauna e rovinando la flora.

La mia attività per il territorio

Come avevo accennato in apertura dell’articolo, la mia scelta di diventare guida è stata dettata dalla voglia di promuovere il territorio.

Durante tutto l’anno lavoro in un ufficio di web marketing, fotografia e servizi alle aziende. Sono sempre in contatto costante con le informazioni riguardanti le richieste e le proposte dal territorio. Da 4 anni ho iniziato quindi l’attività di guida proprio per questo scopo, frequentando un corso di formazione come Guida AIGAE e Guida del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Le attività di una guida AIGAE

In qualità di guida AIGAE (una guida GAE iscritta all’associazione Italiana guide ambientali escursionistiche, quindi AIGAE), come libero professionista, ho la possibilità di proporre le attività come guida per gruppi privati o, come accade spesso, per solo una o due persone (escursionisti che prediligono visitare il territorio in solitaria o coppie). La mia non è una attività che organizza prevalentemente gruppi raccolti in una data fissa, ma una attività pensata per accompagnare il turista nel momento in cui ne ha bisogno, quando si trova in zona. Si tratta perciò di un servizio personalizzato.

Le attività di una Guida del Parco

La responsabilità verso il territorio, la costanza nel divulgare le regole locali, la presenza sul posto per aiutare anche le attività locali. Questo è in sintesi il ruolo della Guida del Parco. Una figura esperta e responsabile che possa aiutare l’Ente Parco nei momenti di divulgazione e che possa essere sul territorio quando le aziende devono organizzare delle attività. La persona con cui ci si può incontrare per parlare o la persona che può fare da interprete ambientale

Un’offerta turistica, per tutti, costante e destagionalizzata

Tramite la presenza di proposte specifiche in determinati momenti dell’anno (come tour di primavera o escursioni sulle montagne in estate, tour fotografici nel foliage o attività di scoperta delle aziende locali) le persone che cercano una “scusa” per uscire di casa trovano svariate proposte che creano anche un indotto economico e che possono rappresentare un volano di ripresa anche per quei territori che vengono penalizzati dalla loro posizione come “area interna”.

Allo stesso tempo la condivisione di foto e i consigli che la guida GAE sviluppa nel web risultano utili a tutte le organizzazioni nella zona, permettendo di promuovere il turismo anche nei confronti di tutti coloro che non sono direttamente coinvolti con il mondo dell’outdoor ma che possono voler condividere una proposta correlata al territorio.

Anche qui occorre stabilire dei limiti e delle regole di buona condotta, occorre identificare gli ambienti che possono ospitare il turista e gli ambienti più fragili che invece dovrebbero rimanere più isolati.

Attività di rete locale

La guida spesso si trova a parlare con altre aziende locali, creando collaborazioni e partnership con alberghi, ristoranti, agriturismi e altre attività turistiche della zona. Si riesce così a ottenere una diffusione delle notizie locali grazie, a esempio, a iniziative come gli sconti reciproci o dei pacchetti combinati per aumentare la visibilità dell’area e attrarre più visitatori.

Alla base di queste attività occorre sempre considerare che la passione è indispensabile. L’amore per la natura circostante e per l’ambiente è un caposaldo delle attività che conducono la guida in montagna e successivamente tutti i visitatori.

Spero che anche voi vorrete conoscere una guida ambientale escursionista nella Valnerina e nei Monti Sibillini, spero che anche per voi possa esserci la passione per andare a passare qualche ora nel silenzio della montagna.

Il Q17 e ” Le guide ambientali escursioniste” saranno disponibili da ottobre. Per gli altri numeri già disponibili dei Quaderni editi da il prato cliccare qui

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Binario morto

Binario morto è l’articolo introduttivo al Quaderno 15 “Turismo tra rivincita e rigenerazione” in uscita a maggio e che potrete trovare qui

Binario morto

Binario morto… No, non preoccupatevi anche se il titolo suona un po’ lugubre in questo Quaderno andremo a raccontare di binari che ritornano a vivere.

Per questa pubblicazione ci trasferiamo in Francia dove saremo “ospitati” alla Recyclerie un posto che ho avuto il piacere di conoscere personalmente e che ha qualcosa in comune con Progetto Re-Cycle. Se guardate bene già il logo somiglia moltissimo al nostro.

La Recyclerie rappresenta il primo binario di questo racconto. Quando l’ho visitata a marzo 2022 ero stata favorevolmente colpita dal fatto che questa struttura si era sviluppata lungo un binario e una stazione dismessa. La Recyclerie, come ci racconta Fabrizia Greta Silvestri è sorta, all’inizio come azienda agricola, lungo la vecchia cinta ferroviaria di Parigi nel diciottesimo Arrondissement. Già parlare di un’azienda agricola a Parigi per me è un sogno. 

Binario morto

Al netto di tutte le differenze, la presenza dei binari mi ha fatto pensare subito alla (nostra) Treviso – Ostiglia, una ciclo-pedonale che è stata recuperata lungo una ex ferrovia militare e valorizzata di recente.  Le opere non sono del tutto completate (a marzo 2023 la ciclabile è percorribile da Treviso a Montegalda (VI) per circa 56 km) ma posso personalmente affermare che la Treviso – Ostiglia è diventata un punto di incontro e, durante il Covid, un attimo di serenità e di evasione.

La Recyclerie è invece una struttura di ristorazione/accoglienza, ha iniziato come azienda agricola ed è partita dal concetto di “fare comunità”. Per riagganciarci al turismo sostenibile – goal 8.9 dell’Agenda ONU 2030 – non si può prescindere dal concetto della comunità ospitante per uno sviluppo turistico armonico. È per questo che la Recyclerie mi ha colpito tantissimo: per il coinvolgimento dei clienti, degli abitanti del quartiere di Clignancourt e, in ultima analisi, dei turisti come me che vivono un’esperienza diversa.

Binario morto

Il turismo esperienziale può essere considerato il trait-d’union tra il binario morto di Parigi e il binario morto della Treviso – Ostiglia. Per turismo esperienziale intendiamo un turismo che prevede molteplici attività durante una vacanza, attività che permettono al turista di connettersi a livello umano, emotivo e spirituale al luogo che lo ospita. Stiamo parlando di nicchie di mercato ma cosa è meglio: tante nicchie messe assieme o un turismo “affollato”?

Revenge tourism

Di questo tipo di turismo “affollato” ce ne parla Fabio Casilli con il suo articolo sul Revenge Tourism.

Turismo di rivincita, anche se mi viene meglio chiamarlo di vendetta. Un aspetto del turismo che si è evidenziato dopo il Covid, questa voglia spasmodica di partire i cui risultati sono città sovraffollate con, di conseguenza, un’offerta turistica che rischia di diventare caotica e di bassa qualità. Un’offerta che ha dovuto fare i conti, sia in Francia che in Italia, con la mancanza di personale legata al forzato cambio di lavoro causato dal Covid. Mancanza dello staff senior (in Francia il mercato immobiliare legato alle Olimpiadi del 2024 ha assorbito parte del personale del settore turistico) e mancanza di competenze sul campo dello staff junior.

Di nuovo si pone la domanda “dove sta andando il turismo?”

Per Fabio Casilli la rivincita ha fatto da leva a una revisione generale del turismo, sia da parte degli operatori che dei clienti. I bisogni dei clienti sono cambiati, c’è un orientamento maggiore verso la sostenibilità, il cambiamento dei bisogni ha forzato il cambiamento degli operatori.

Spero davvero che la cosa sia duratura e che non ci stiamo avviando invece verso il binario morto di un turismo vecchio stile con un po’ di green washing. Non ci vorrà molto tempo per scoprirlo.

Destination management

Quando parlo di turismo preferisco farlo con il Destination Management che prevede la gestione di un territorio e la sua valorizzazione con il supporto di operatori che conoscono bene il luogo in cui operano. Importantissimo il ruolo delle OGD – Organizzazioni di Gestione della Destinazione- che dovrebbero dare un impulso effettivo al territorio di appartenenza.  Al momento invece, almeno per quanto riguarda il Veneto, non riesco a vedere nessuna gestione efficace. Tante idee e ben confuse. Una promozione che prevede anche influencer – divertenti – che parlano in veneto e che sono capiti dai veneti ma non da altri. Mi sfugge il nesso su come si spingano le persone da fuori a venire in Veneto, evitando possibilmente di accalcarsi a Venezia. Di sicuro è un mio limite di comprensione

Le attività e i luoghi “oltre Venezia” potrebbero essere davvero tanti e vari. Eccoci, dunque, a far rientrare in campo le proposte di turismo esperienziale, termine che, confesso, detesto cordialmente da quanto è utilizzato a vanvera. Sta di fatto che è necessario proporre qualcosa che resti nella memoria.

Per tornare al nostro binario iniziale potremmo dire che la Recyclerie e l’Ostiglia sono racconti di ferrovie, per me la ferrovia, sopra ogni cosa, racconta il “senso del viaggio”

Binario morto

Racconti su rotaie

Non mi possono non tornare alla mente i viaggi estivi di ritorno – con mia mamma che all’epoca era ancora “foresta” (=non veneta) – al Sud. 

Il Trieste- Lecce era sovraffollato, quando andava bene mio papà riusciva a prenotare dei posti. Se andava male…pazienza. La parte migliore doveva ancora arrivare, quando da Foggia prendevamo la littorina con i sedili in legno. Il ritorno a Venezia/Mestre era, se possibile, ancora più memorabile: il delirio più totale con “i pacchi da giù” da portare su.  Viaggi scomodi, tanto, e treni sporchi. Ma la ferrovia racconta e fa ricordare storie e fa anche comunità. Avete presente in “Benvenuti al Sud” la scena dell’ingorgo sulla Salerno – Reggio Calabria? Ecco, in tante ore di treno era più o meno così, ma questo era esattamente il “senso del viaggio”, lunghissimo, scomodissimo e condiviso con estranei con i quali ci scambiavamo i panini.

Cosa significa questo? Semplice, un’esperienza deve essere vera. Da qui la mia critica al turismo esperienziale: troppe “esperienze wow” sono fasulle e sono dannose per gli operatori seri.

L’ultimo binario

L’ultimo binario morto di questo Quaderno è la foto di copertina di questa introduzione. Si tratta dell’orologio della Vecchia Stazione che ospita il museo dell’impressionismo, il Museé d’Orsay.  Le opere sono fantastiche ma altrettanto fantastico è il lavoro di ristrutturazione e di valorizzazione del museo stesso.  Una prova in più del fatto che da un binario morto può esserci nuova vita.

Bon voyage

Questo Quaderno è dedicato alla V N del 1983 dell’Istituto Tecnico Turistico F. Algarotti di Venezia. I viaggi in treno delle gite e per alcuni, me compresa, in treno anche fino a Londra!

Per scaricare i Quaderni editi da il prato cliccare qui

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I Tè delle 5: turismo e sostenibilità

Avevamo già trattato dell’argomento nel corso del Festival ASviS del 2020. In questa nuova edizione del Tè delle 5 torneremo a parlare di turismo e sostenibilità, dando voce soprattutto agli amministratori locali e a esperti del settore.

Spazieremo dall’ospitalità diffusa fino ad arrivare alla “croce e delizia” del rilancio dei territori dopo il Covid.

Cosa possono fare gli amministratori pubblici? Ci sono possibilità turistiche per i Comuni più piccoli e poco conosciuti della provincia Italiana? Il PNRR serve, o non serve per nulla? E’ difficile da gestire per chi ha poche risorse umane nel proprio organico? Quanto può essere importante l’ospitalità diffusa e il Paese Albergo proprio per i Comuni più piccoli?

I Tè delle 5: turismo e sostenibilità

A tutto questo risponderemo a partire dal 24 maggio per 6 puntate. Saremo, come sempre,  online sul canale YouTube (iscrivetevi per avere le notifiche) e sulla pagina FB (seguiteci).

Questo il programma dei nuovi “Tè delle 5:turismo e sostenibilità”

24/05/2022 (ore 17.30) Piergiorgio Dal Ben – Assessore al turismo Comune di Monastier (TV) –

Riscoprire il territorio del Comune del Gioco

27/05/2022 (ore 17.30) Chiara Pegge – Presidente ScriptaXmanent (PD)-

La musica per le api e il valore del territorio alpino

31/05/2022 (ore 17.30) Lucia Ammendolia – Consulente Turistico –

Turismo a misura di luogo

06/06/2022 (ore 17.30) Carlo Frascà – Responsabile progetto Paese Alberga di Caulonia (RC) – e Rosario Zurzolo – Titolare Cooperativa Jungi Mundi di Camini (RC)-

Cultura e territorio e Inclusione e sviluppo

13/06/2022 (ore 17.30)  Luca Durighetto – Sindaco Zero Branco (TV) –

Prospettive turistiche e progetti aggregativi

16/06/2022 (ore 17.30) Cristina Gentili – Sindaca di Bolognola (MC) –

Ricerca, formazione, digitale e cultura per il territorio montano

I Tè delle 5: turismo e sostenibilità

Come sempre a coordinare le attività e dialogare con i nostri ospiti ci sarà Antonella Grana, presidente Progetto Re-Cycle

Desiderate proporre degli argomenti? Scriveteci! info@progettorecycle.org

Nel frattempo venite a trovarci alle 17.30 al nostro canale YouTube e alla nostra pagina FB

PS Piccola anticipazione… Stiamo programmando un Tè in presenza!

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Sostenibilità e un fiore

Sostenibilità e un fiore, a Ci vuole un fiore – 100 ore per l’ambiente – l’evento che nelle 100 e passa ore di interventi ha cercato di rispondere (e fare domande) su questo tema.

Sostenibilità, un termine che abbraccia concetti che sono difficili da riassumere se non ricorrendo ai 17 obiettivi dell’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile. Anche tenendo come “bussola” l’Agenda è comunque complicato riuscire a tirare le fila delle cinque giornate dello scorso giugno. Abbiamo pertanto deciso di dare la struttura di Aria, Terra, Acqua agli interventi che pubblichiamo a conclusione del percorso. Ci diventa più semplice declinare così la complessità di quanto è stato trattato

Aria

Tre articoli che trattano dell’elemento aria. L’aria distruttiva della tempesta Vaia – di Therry Robert Luciani -, l’aria estremamente inquinata dalle polveri sottili – Salvatore Patti – e infine le coltivazioni “in aria” delle serre aeroponiche – Sergio Martin.

Terra

Sostenibilità e un fiore

La terra, la sezione più nutrita di articoli. Sono 6 pezzi che intersecano visioni, sensibilità e approcci diversi ma complementari tra loro. Si inizia con un pezzo che tratta di alimentazione, allevamenti intensivi e le serate musicali di “Ci vuole un fiore” – Stefano Pesce. Si passa poi ad altri due pezzi che si concentrano sull’area di Mestre – Venezia e Marghera e che ci porteranno a “visitare” le imprese e la sostenibilità dei processi produttivi – Gabriella Chiellino– per arrivare alla sostenibilità di una comunità e di un territorio – Gruppo di lavoro Piave. Gli ultimi tre articoli si concentraranno su progetti per “pulire il mondo” – Ermes Tuon, arrivare a un turismo sostenibile anche con l’utilizzo di strumenti digitali – Antonella Grana– e da ultimo come riutilizzare il territorio veneto che risulta tra i più cementificati – Federico Della Puppa.

Acqua

Ultima sezione con tre articoli. La laguna di Venezia e i tipi di pesce che si trovano e si trovavano. Gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno vedere sulla popolazione ittica – Riccardo Fiorin. Si torna a Mestre con il sogno/bisogno di un’area verde: il parco del Marzenego – Carla Dalla Costa. E da ultimo un pezzo che parla di arte che viene dal fiume e dal mare – Barbara Cremaschi

La sostenibilità e un fiore. Può bastare un fiore? Si può fare qualcosa? Questa era la domanda di partenza. Sì anche se “è già tardi”. Alcuni continuano a non volere vedere il problema/i problemi causati dalle attività umane

Eppure tutti possiamo fare qualcosa, grande o piccola che sia in base alle nostre sensibilità e capacità. Basta voler cambiare…

Scarica da qui il Q11 “E’ già tardi? Ci vuole un fiore – 100 ore per l’ambiente

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